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LAVORO: AFFRONTARE IL CONFLITTO GENERAZIONALE E TRASFORMARLO IN UN’ OPPORTUNITÀ

In occasione del TEDx Verona, sabato 13 maggio Westhouse sarà ospite del lab di Silvio Lenares dedicato al conflitto generazionale all’interno delle aziende dal titolo: “Palestra d’impresa per la generazione Z: allenati al cambiamento!”. Si parlerà di lavoro, di giovani e del loro ruolo in azienda, cercando di individuare gli strumenti necessari per la loro crescita professionale.

SCENARIO

Una delle più grandi sfide post-pandemiche che le aziende si trovano ad affrontare è la capacità di trovare giovani talenti su cui investire e trattenerli nella propria organizzazione.

In un periodo di grandi cambiamenti societari, culturali ed economici, anche il mondo del lavoro si deve adeguare ai nuovi paradigmi, facendo in modo che in esso coincidano più generazioni di lavoratori.

Secondo i dati di un rapporto Censis-Eudaimon, riguardo la percentuale di occupati in Italia, emerge che:

  • la percentuale di forza lavoro nella fascia d’età sotto i 34 anni è diminuita del 7,6%
  • la percentuale di forza lavoro nella fascia d’età tra i 35 e i 49 anni è diminuita del 14,8%

Si registra invece un trend inverso per quanto riguarda gli occupati più “anziani”:

  • gli occupati tra i 50 e i 64 anni sono aumentati del 40,8 %
  • gli occupati sopra i 65 anni sono aumentati addirittura del 70 %.  

Da qui, una delle cause dell’insoddisfazione che si respira tra i giovani è il conflitto generazionale; infatti, come dimostra un sondaggio dell’osservatorio Europeo sulla sicurezza, realizzato da Demos&PI e Fondazione Unipolis, la maggioranza degli under 35 pensa che gli over 50 siano un blocco per le loro carriere e che il mercato italiano non offra grandi aspettative (giusto mix retribuzione/competenze) e un’adeguata qualità del lavoro.

Se da una parte i boomers incolpano i più giovani di non aver voglia di lavorare e di essere dei “mammoni”, dall’altra, quest’ultimi, controbattono affermando che la “vecchia” classe dirigenziale non sia idonea a gestire la nuova società digitale e le implicazioni che ne derivano nel mondo del lavoro. Come cita un articolo del DailyMail un gran fetta di boomers ha completamente “perso il contatto con i lavoratori più giovani” affermando di essere in disaccordo su molteplici abitudini lavorative.

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CAUSE E POSSIBILI SOLUZIONI

I temi del disaccordo sono diversi e trovano le loro cause in fattori differenti. Alcuni dei punti cardine sono l’uso della tecnologia (la cosiddetta digital divide), l’attenzione a tematiche quali la sostenibilità ambientale e l’inclusività, e l’equilibrio tra vita privata e lavoro.

Per i lavoratori più giovani, e andando ancora più nello specifico la generazione Z cioè la fascia d’età che va dai 18 ai 25 anni, queste sono tematiche sono infatti sempre più rilevanti e possiamo individuare delle priorità che questa fascia d’età ritiene necessarie allo sviluppo di un ambiente di lavoro stimolante:

  • Visibilità sulle aspettative di carriera
  • Particolare attenzione a tematiche come diversità, inclusione e sostenibilità ambientale
  • Coerenza e trasparenza nella vision del brand
  • Engagement e fiducia nelle figure apicali dell’azienda
  • Giusto work life balance
  • Lavorare con un alto livello di digitalizzazione

Ad accentuare le frizioni è soprattutto la mancanza di dialogo tra le parti coinvolte. Saper comunicare i propri bisogni, il proprio ruolo in azienda e come si può apportare valore in essa è un esercizio fondamentale per qualsiasi giovane che si affacci al mondo del lavoro.

Infatti, In un contesto lavorativo in cui esistono delle dinamiche orientate a obbiettivi e priorità, non è sempre facile far ascoltare il proprio punto di vista.

“L’utilizzo di una comunicazione ricorsiva e la predisposizione ad avere un mindset agile sono dei potenti strumenti a disposizione delle nuove generazioni” chiarisce Silvio Lenares, formatore e professionista delle relazioni personali e professionali

Il confronto costruttivo porta al cambiamento e il cambiamento all’evoluzione. Questo è il primo passo per trasformare le divergenze e le diversità in opportunità.

La chiave, quindi, è sempre la stessa: saper esternare i propri bisogni e ascoltare quelli dell’altro per costruire uno scambio prolifico.
Ecco alcuni consigli:

  • Non farsi condizionare dai cliché e dagli stereotipi
  • Tenere in considerazione il background di chi vi sta di fronte
  • Usare più forme di comunicazione
  • Coinvolgere i colleghi nelle attività e ascoltare il loro punto di vista
  • Cercare dei punti di incontro
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IL RUOLO DELLE AZIENDE

Al momento in Italia, più che in altri periodi storici, le organizzazioni si trovano nella situazione di far convivere più generazioni di lavoratori cercando di soddisfare le aspettative di tutti.

La difficoltà è infatti quella di adattare la cultura organizzativa dell’impresa alle diverse necessità, pur consci del fatto che far convivere le diversità può creare diversi turbamenti all’interno dell’ecosistema aziendale.

Se si ponesse l’accento più sugli obbiettivi e sulle necessità comuni che sulle diversità, promuovendo una cultura aziendale in cui lo scambio e i diversi punti di vista siano accolti come una risorsa, si riuscirebbe a valorizzare al meglio le caratteristiche distintive dei propri talenti.

Trovare dei punti di incontro e coltivare l’eterogeneità all’interno delle organizzazioni contribuirebbe alla creazione di valore e all’ acquisizione di un vantaggio competitivo nel lungo periodo.

Come analizza Beniamino Pagliaro, giornalista di Repubblica che si occupa di economia e digitale e riportato nell’ articolo di HRnews di Debora Bionda:

“Di generazioni e futuro non si parla proprio, perché inesorabilmente non ragioniamo mai sulle conseguenze delle nostre scelte. Tamponiamo l’emergenza del minuto in corso, e domani vedremo. Così domani sarà indubbiamente più difficile.
La battaglia non è nei numeri, il nemico numero uno di questa generazione, e dunque di questo Paese, non sono soltanto i soldi che mancano, la coperta corta, le risorse calanti e il confronto costante con il passato. Il nemico è l’inerzia. Dobbiamo affrontare nuovi problemi con nuove idee, rifiutando l’ignavia dello sguardo del contabile fantozziano sommerso dal rispetto (simulato) per il megadirettore galattico. Cambiare si può, anzi si deve.” [fonte]

Per fare un esempio pratico possiamo pensare allo smartworking a cui l’Italia si è trovata a doversi affidare in extremis in periodo di pandemia, quando invece si sarebbe potuto programmare anticipatamente e in maniera progressiva assecondando le tendenze europee e le esigenze e richieste delle nuove generazioni.
Cambiamento di cui poi hanno ovviamente beneficiato tutti.

L’IMPORTANZA DELL’HR

In questo contesto è di fondamentale importanza il ruolo delle risorse umane che avendo un quadro più chiaro della situazione e sapendo quanto sia difficile reperire delle risorse adatte alle necessità aziendali, devono concentrarsi con altrettanto sforzo nell’affezione dei propri talenti facendo in modo che si sentano valorizzati.

Di particolare rilevanza sono i programmi di on-boarding e formazione iniziale, che aiutano i giovani a entrare nel contesto aziendale, familiarizzando ad esempio con processi e procedure.
Strategiche possono essere anche le figure dei mentori e dei tutor per i nuovi arrivati, che vengono considerati dai più giovani di grande aiuto alla loro crescita professionale.

TEDx VERONA

Di questo e di tanto altro legato al mondo della rivoluzione digitale, si parlerà a Verona, il 13 e 14 Maggio in occasione del Tedx, uno tra gli eventi più importanti a livello mondiale legato al settore Technology, Entertainment e Design.

Linguaggio inclusivo, economia circolare, generazione z, storytelling, gamification e metaverso saranno il fil rouge di questi due giorni di appuntamenti e speech.

Westhouse ha il piacere di essere ospite sabato 13 maggio, al Workshop “Palestra d’impresa per la generazione Z: allenati al cambiamento!” durante il quale si approfondiranno quelli che sono gli strumenti a disposizione della generazione z per una crescita professionale all’interno delle realtà aziendali.

Gli speakers che intratterranno il pubblico nella tavola rotonda sono:

  • Silvio Lenares: formatore, master trainer e negoziatore; Business Coach e Trainer delle Organizzazioni; Counselor Professionista delle Relazioni professionali e personali.
  • Paolo Ponte: Country Manager di Westhouse Group in Italia, vanta un background professionale in ambito tecnologico, con progetti di consulenza a livello internazionale in US, Giappone, Olanda e Svizzera.
  • Daniela Niederstaetter: Molti anni di esperienza l’hanno portata oggi, insieme al fratello Manuel, al vertice dell’impresa edile Niederstätter, partner per le imprese da costruzione.

Per partecipare al Workshop, a numero chiuso, è necessario iscriversi.
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